Mastio della Cittadella

Giardino Andrea Guglielminetti. (Apri Mappa)
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Descrizione

La cittadella di Torino è stata una fortezza sabauda ubicata lungo la cinta muraria di Torino. Baluardo simbolo della resistenza del ducato di Savoia nella Guerra di successione spagnola, fu al centro dell'assedio del 1706 da parte dell'esercito franco-spagnolo del re Luigi XIV. Venne commissionata dal duca Emanuele Filiberto "Testa di Ferro", che intendeva dotare la città di moderne difese urbane dopo lo spostamento della capitale del ducato da Chambery a Torino.
Attualmente della Cittadella sopravvive solo più il Mastio, ossia l'edificio di ingresso a due piani della fortezza stessa.
La posa della prima pietra avvenne nel 1564 ma i lavori – eseguiti da circa duemila uomini sotto la guida del generale Nicolis di Robilant, esperto in difese sotterranee – furono completati solo nel 1577. Oltre venti furono gli ettari di terreno destinati da principio alla costruzione, ma ben presto tale area aumentò fino a 40 ettari a causa dell'estendersi delle strutture difensive esterne. Il progetto fu realizzato dall'architetto urbinate Francesco Paciotto, che si sarebbe più tardi reso celebre esportando (col progetto della cittadella di Anversa) nel nord Europa le tecniche fortificatorie italiane sistematizzate da architetti come Francesco di Giorgio Martini e la famiglia dei Sangallo. Il Paciotto per edificarvi la fortezza abbatté un quartiere e la Chiesa dei Santi Martiri, che si trovavano in quella località. Una leggenda vuole poi che le mura di difesa della cittadella nella loro costruzione fossero state riempite di rottami di monumenti, colonne, lapidi e statue romane, e altri preziosi tesori d'antichità.

Situata sul lato a sud-ovest di Torino in sostituzione del bastione San Pietro, edificato dagli occupanti francesi intorno al 1536, la Cittadella era strutturata a pianta pentagonale con possenti bastioni ai vertici.
Circondata da un ampio fossato privo di acqua (perché il forte drenaggio del terreno non permetteva una irrigazione) era dotata di una serie di opere difensive in grado di impedire ad un eventuale assalitore l'avvicinamento ai limiti della città. Al centro era situato il Cisternone, un pozzo a doppia rampa elicoidale per permettere un rifornimento idrico in caso di assedio.
Un fitto labirinto di gallerie sotterranee si estendeva al di fuori della Cittadella in corrispondenza del Bastione del soccorso in direzione della campagna. Comprendeva delle gallerie chiamate capitali che si estendevano radialmente verso l'esterno ed erano a loro volta distinte in capitali alte e capitali basse, sovrapposte come erano le une alle altre; una galleria magistrale riuniva le capitali alte correndo esterna al fossato.
Un'altra serie di cunicoli era dato dalle gallerie secondarie che si diramavano dalle precedenti per coprire una vasta area. Infine, piccoli tratti di galleria ad altezza più contenuta venivano utilizzati per raggiungere i singoli fornelli (o galleria di contromina) predisposti per lo scoppio dell'esplosivo.
Realizzato alla vigilia dell'Assedio di Torino del 1706 e completato, infine, entro il 1709, questo impianto difensivo sotterraneo costituirà uno degli elementi principali nel rallentamento dell'avanzata francese verso le mura.
Quando ad inizio dell'Ottocento Napoleone ordinò la demolizione delle mura della città, risparmiò la Cittadella riconoscendo la qualità del progetto del Paciotto. Nella primavera del 1799 essa ospitò per breve tempo il papa Pio VI, in viaggio verso la Francia dove era stato condannato all'esilio dalla violenza anticlericale post-rivoluzionaria.


Il 12 marzo 1821 la Cittadella venne assalita da un gruppo di ufficiali carbonari che insorsero per scacciare gli austriaci dall'Italia. Quella notte Vittorio Emanuele I abdicò in favore di Carlo Felice che, aiutato dalle truppe austriache, disperse i rivoltosi.
L'evoluzione delle tecniche d'assedio nel corso dell'Ottocento portò all'obsolescenza della Cittadella, degradata a semplice caserma dei Carabinieri, per di più fatiscente. Caduta la sua funzione difensiva, nel 1856 si decise la completa demolizione della fortezza.
Venne risparmiato solo il Mastio, tutt'oggi presente, che servì come prigione dello Stato sabaudo: nel 1748 vi morì il famoso storico napoletano Pietro Giannone, perseguitato dalla Chiesa e fatto perciò arrestare per volere di Carlo Emanuele III. Attualmente esso è adibito a Museo Storico Nazionale dell'Artiglieria; pressoché intatte sono rimaste anche quasi tutte le gallerie sotterranee, tuttora visitabili e facenti parte del Museo Pietro Micca e dell'Assedio di Torino del 1706. Entro la zona un tempo occupata dalla Cittadella sorge l'odierna chiesa di Santa Barbara, che tra l'altro custodisce la tomba del conte Pietro de la Roche d'Allery (comandante della cittadella nel tempo dell'assedio del 1706).

Durante i lavori per la metropolitana le gallerie, al fine di proteggerle dalle vibrazioni causate dal passaggio sotterraneo della talpa meccanica, sono state riempite con dei sacchi di sabbia, poi rimossi al termine degli scavi.